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168 Risveglio

un’anima, divin tempio di Dio;
allor l’abietta peccatrice, a cui
ogni varco negavan di salvezza
il fariseo, lo scriba e il sacerdote,
finalmente potè sorger dal fango
e riveder l’azzurro e aver speranza
di perdono; non più curve le teste
all’insana superbia; un novo regno,
nova legge verrà che spinga i grandi
ai piccini allacciarsi, e il mondo, in vasto
tempio mutato di fratelli, un’alba
vedrà di feste immaginate in cielo.
E la legge del cor quella, il gran regno
quello sarà della giustizia...
                     
                               Eccelsa,
divina visione! Oh, ma lontano
è Magdalo, Gesù; lunge i tranquilli
boschi di Galilea, gli ameni laghi
che aveano echi robusti ai forti accenti
del tuo labbro ispirato; innanzi hai l’onda
bruna d’Asfalte, desolata imago