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INFERMA.


 
Eccola finalmente
la sera! Io dal mio letto
guardo con le pupille sonnolente
un fil di luna, che traverso i vetri
viene della malata solitaria
la buia stanza a popolar di spetri.

Viene, va, la veloce
schiera dell’ombre, e tutte
hanno forme diverse, hanno una voce
diversa, e sveglia nel passar ciascuna
ombra un pensiero, un sogno, una memoria,
poi sfuma cheta al lume della Luna.