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FEBBRE.


 
Ecco, la porta si spalanca ed entra
mio padre coi bei doni. A stento ei tutti
li regge (oh quanti!) e ride... Io dal mio letto
tendo le braccia, e la gioia è nel sole
che allaga la mia camera: è nel suono
delle campane dindondanti a festa,
nell’allegro vocìo che di fuor s’ode...
— È nato! è nato! — esclamano le genti
e per le vie s’abbracciano.
                          La febbre
questi sogni mi dà? sia benedetta!