Pensose ascoltano l’ombre del memore
parco; le stanze
di sotto echeggiano aperte; cantano
sul vecchio cembalo vecchie romanze.
Ed ecco, svegliano le note un popolo
d’ombre; la mente
le vede in rapida fuga rincorrersi;
il cor la mistica voce ne sente.
Parole tornano che un dì si accolsero
con disattento
orecchio, e parvero scure; ora l’intimo
foco sprigionasi dal freddo accento.
Tornano supplici sorrisi e pallidi
volti scordati.
Un’onda tremula nel plenilunio
bianco, tra il placido sonno dei prati.