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Egli ammetteva una Divinità dalla quale procedevano gli spiriti della Terra e del Cielo, detti demoni (allora la parola non aveva assunto il significato di enti del male — o diavoli, come avvenne poi, nel M. E.)1 e le anime degli uomini.

Questi demoni, o spiriti, erano divisi in molte categorie.

E come tutti gli antichi popoli ci parlano di specie diverse di entità spirituali ed astrali, e come gl’Israeliti ed i Cristiani insegnano esistere nei Cieli la gerarchia degli Angeli, così Giamblico distingue i demoni in Arcangeli (ἀρχάγγελοι), Angeli (ἄγγελοι), Demoni propriamente detti (δαίμονες), Eroi (ἤρωες), Arconti (ἄρχοντες). Le «Enneadi» di Plotino, e «Le livre des Mystères» di Giamblico, trattano di demonologia,2 ossia di spiritismo.

Il culto di molti Alessandrini consistette allora in omaggi resi ai buoni demoni; in esorcismi, in purificazioni contro i cattivi: era il moderno spiritismo applicato alla vita!

Queste pratiche formarono la Teurgia, ovvero Magia bianca; e la Goezia, o Magia nera.

I Neo-platonici credevano possibili le comunicazioni cogli Spiriti degli Estinti.

Proclo vede, ci riferisce il Baudi di Vesme, nelle anime dei morti, Demoni, divinità protettrici dell’uomo (v. I. Alcib. ap. Oper., ediz. Cousin, t. II, pag. 87), e se le propizia con riti funebri ed espiatorii, (v. «Vita di Proclo» di Mario, ediz. Boissonade, c. 36); similmente fa Crisanto (v. Eunap., Vit. Philosoph. Chrysanth., p. 113). Giamblico dice: «Quanto ai fantasmi delle anime, somigliano a quelle degli Eroi (ἤρωες), pure essendo più deboli»,3 e fornisce parecchie spiegazioni particolari sulle supposte loro manifestazioni.

«Giamblico, dice adunque il nostro storico valorosissimo Baudi di Vesme, cadendo, in estasi, veniva talora sollevato in aria di dieci cubiti, come spesso succedeva ai Santi cristiani; allora si trasfigurava, il suo capo s’attorniava di un’aureola lucente. Eunapio dice però che Giamblico, interrogato intorno a’ suoi miracoli, o per modestia o per altro, sorrise, benchè non fosse uso di dipartirsi da un atteggiamento grave.»

  1. Sull’idea del Demonio e sulle importanti leggende cristiane che le si riferiscono v. Il Diavolo di Arturo Graf.
  2. Il Del Rio, il Torquemada, il Lipsius, il Bodin, il Grillando, il Godelmann, il Biermann, sono i rappresentanti più autorevoli delle dottrine demonologiche, nel senso di sataniche; che fecero sorgere e sostennero l’istituto sinistro dell’Inquisizione.
  3. v. Op. cit. p. 8.