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ctised by impostors, who travelled about from place to place, some with large followings. Their influence was widely spread and most mischievous. Still we must not forget that the same Neo-Platonism counted among its teachers and believers such names also as the Emperor Julian (331-363), who thought Neo-Platonism strong enough to oust Christianity and to revive the ancient religion of Rome; also, for a time at least, St. Augustine (354-430), Hypatia, the beautiful martyr of philosophy (d. 415), and Proclus (411-485), the connecting link between Greek philosophy and the scholastic philosophy of the middle ages, and with Dionysius one of the chief authorities of the mediaeval Mystics...» (p. 429-430).

E l’Haret scrive:1

«Già riassumendo le dottrine di Platone, vi troviamo intera la filosofia cristiana, già in parte la legge cristiana. In morale l’esaltazione dell’anima e il disprezzo dei sensi; il distacco dalla terra e dalla stessa esistenza.... la condanna del suicidio, la purezza, l’umiltà, la proibizione di rendere il male per il male.»

Ma i neo-platonici non vollero credere soltanto, sia pure fondando la fede su ragioni filosofiche; invece, sviluppando enormemente le dottrine platoniche, illustrandole con elementi nuovi, del sapere occultistico israelita, greco, asiatico, egizio, diedero basi, se non scientifiche, nel senso moderno, certo ragionevolmente logiche e profondamente filosofiche, agli assunti sublimi, speculativi del Maestro.

Per riuscire unirono alla filosofia la teurgia.

Le scuola neo-platonica ebbe molti rappresentanti dottissimi, che fiorirono dal secolo III d.C. al secolo V. Ricordiamo: Ammonio Sacca, fondatore di questa scuola (n. 175 † 250 d. C.), Longino, sommo critico (n. 213 † 273 d.C.) Plotino, il più famoso di tutti (n. 205 † 270 d.C); e quindi Porfirio, discepolo di quest’ultimo (233 d.C), Giamblico († 330 d. C.), Ipazia (n. 370 † 415) ed infine Proclo (410 † 485 d.C).

Il più grande dottore e scrittore è Plotino, nato a Nicopoli (in Egitto), il quale trae molto profitto dalle dottrine neo-pitagoriche e giuridiche filoniane. Porfirio, suo biografo, ne pubblica, sotto il titolo di Enneadi, le cinquantaquattro dissertazioni e le divide in gruppi di nove: dei quali il primo tratta dell’Uomo, il secondo della fisica, il terzo del Cosmo, il quarto della Psiche, il quinto della Mente, ed il sesto dell’Uno.2

  1. Le Christianisme et ses orignes — v. Revue Moderne, 1867.
  2. Vennero tradotte in latino dal nostro Marsilio Ficino da Padova (1492) e studiate in Italia dal Fiorentino (v. Manuale di storia della filosofia) e da altri.