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E questo perchè lo stesso popolo greco, sempre esteta finamente, anzi la stessa società alessandrina, raffinatamente istruita e mondana, trovò leggiadra e grata la compagnia dell’illustre filosofa.

In Alessandria, dicono le fonti, era divenuto di moda il filosofare frequentando la società di una donna attraente per tante virtù e bellezze. Sebbene superiore agli amici e discepoli suoi, essa li trattava con modi gentili e famigliari, franca e dignitosa in un tempo. «Non si vergognava» dice Socrate Scolastico «di comparire ad un’assemblea di uomini, perchè tutti la rispettavano ed onoravano.»

La sua virtù, per unanime attestazione, era superiore a qualunque sospetto. Si racconta che una volta un suo giovane discepolo, bello e gentile: «Ipazia» le dicesse «Ipazia, io muoio d’amore per te». Ella non si commosse nè lo cacciò; ma, chiamata una domestica, comandò di portare panni e filaccie ch’ella aveva tenuto su di una piaga, e li facesse vedere dipoi al giovane, dicendogli press’a poco così: «Vedi, la mia bellezza è solo apparente; disingannati poichè anche io sono di carne, di materia vile cioè e di putredine!». Pensate: era una donna che parlava così!

Ed altra volta, ricorda il Chateaubriand1, un altro languiva d’amore per lei: la giovane platonica impiegò la musica per guarire il malato, e fece rientrare la pace per mezzo dell’armonia, nell’anima che aveva turbato: «Traditur Hypatiam ope musicae illum a morbo isto liberasse»2. E non sarebbe uno strano caso! In risposta al Brunetière, uno scrittore francese osserva che per i mali psicologici del sentimento la musica è salutare.

La natura è l’impero della musica, ma lo è sopratutto la natura umana. San Tommaso d’Aquino parla della musica, della musica vera, pura, religiosa, con simpatia e tenerezza. Afferma, ed è vero, che la musica ci libera dal mondo esteriore, ci riconduce all’interno, al centro immobile e libero dell’anima.3.

Infine Ipazia si maritò; non scelse uno sposo, ma un fratello. Questi fu Isidoro, il filosofo. Amore platonico di neoplatonici!4.

Ipazia ebbe un grande numero di scolari, e molti furono illustri.

Sinesio ricorda Esichio, Ercoliano ed Olimpio che trova a Costanti-

  1. «Études historiques», p. 332.
  2. Secondo Suida si tratta dello stesso caso citato prima.
  3. Bellaigue. In Revue des Deux Mondes, 1907.
  4. Cfr. Baudi Di Vesme (Op. cit. vol. II, pag. 19). Questa notizia è molto discussa. V. Fabric, Bibl. gr., libr. V, cap. XXII: «Isidori philosophi coniux, sed ita ut conjugii usu abstineret.» Il Faggi ed altri escludono recisamente che Ipazia si sia maritata.