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chiese, e l’armonizzazione teoretica di quanto si sa con quel che si crede.

Fu questo uno sforzo nobilissimo: il tentativo di prevenire, di allontanare dal mondo, quattordici secoli e più di medioevo!

Oh se la voce d’Ipazia e dei suoi fosse ascoltata!

Ma i pretoriani di Cesare, prima; ma i barbari che urgono poi sulle frontiere; ma i cristiani fanatizzati della Tebaide e il malgoverno bizantino, dovevano tutto distruggere e radere al suolo.

III. — Ipazia non è la sola donna greca che rappresenti il pensiero occultista: v’era stata pure la bella e sdegnosa Teano, moglie di Pitagora; e, con altre, Asclepigenia, figlia di Plutarco d’Atene, che diresse ivi la scuola occulta di spiritualismo greco-orientale, chiosando il famoso volume degli Oracoli Caldei, e Diotima, misteriosa sacerdotessa, ispiratrice di Platone.

Ma scarsi, e di difficile indagine, sono i documenti, le notizie che abbiamo d’Ipazia, e molto poco ell’è conosciuta ed ammirata nei nostri tempi.

L’importante Dictionnaire biographique dell’Hoefer appena la menziona; come pure quasi insignificanti sono gli accenni che troviamo nelle enciclopedie, sulla vita e sulle opere sue.

Qualche storico della matematica la ricorda per i suoi libri di geometria e di astronomia; qualche altro scrittore la glorifica, invece, come martire della libertà del pensiero: ma ciò è tutto.

Come visse, che cosa pensò, cosa scrisse, chi amò, in qual maniera e perchè morì, e sovratutto che cosa insegnò a tanti ed illustri discepoli, non viene ricordato nei libri più letti e consultati oggi dagli studiosi.

Il Cantù nella Storia Universale, scrisse soltanto:

Teone, professore in Alessandria, commentò Euclide e Tolomeo; e fu più famoso per la bella Ipazia sua figlia. Da lui imparato le matematiche, e perfezionatasi ad Atene, ella fu invitata in patria ad insegnare filosofia, e seguiva gli ecclettici, fondandosi però sopra le scienze esatte, e introducendone le dimostrazioni nelle speculative; col che le portò a metodo più rigoroso1.

Qualche monografia storica è stata scritta in Germania, in Francia ed in Inghilterra, su Ipazia; ma anche questi sono studi non completi e tutti di data non recente.

In italiano abbiamo un Poema d’Ipazia ossia delle filosofie del quale



  1. Storia Universale, Dec. Ediz., vol. III, pag. 1041-1042