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sibile, d’una medesima maniera, in modo che quello che fosse il fuoco verso all’aria, fosse l’aria verso all’acqua, e quello che fosse l’aria verso all’acqua l’acqua fosse verso alla terra, colligò così e compose un cielo visibile e palpabile. Per la detta ragione e da codesti elementi, che son quattro di numero, fu generato il corpo del mondo; e tale, che esso è armonioso per la proporzione, e s’aduna con cotanto affetto da essere indissolubile a qualunque altra forza, tranne quell’istessa che l’ha colligato. La composizione del mondo ricevette tutto intiero ciascuno dei quattro elementi; di fatto, Iddio lo formò di tutto il fuoco, di tutta l’acqua, l’aria, la terra, non lasciando da fuori veruna parte o forza di veruno d’essi, con questa intenzione: prima, che il mondo fosse animale perfettissimo, composto eziandio di parti perfette; secondamente, che fosse uno, inquantochè non lasciava materia d’onde se ne potesse fabbricare un altro simile; ed ancora, che non fosse soggetto a vechiezza e a morbo, avvisando bene che il caldo, il freddo e tutte l’altre cose che hanno potenza grandissima, circondando da fuori i corpi e fuori tempo investendogli, li sciolgono e, generando malattie e vecchiezza, li fanno venire a morte. Per tal cagione e per tale ragionamento fe’ un tutto intiero, composto di parti eziando intiere, e franco di malattie e di vecchiezza. Quanto alla figura, gliene dette una decente e conforme alla natura di esso. Ora si conveniva all’animale deputato a contenere nel seno suo tutti gli altri animali quella