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Socrate. E, informati in tal modo, s’è detto che non devono stimar come proprio nè oro, nè argento, nè qualunque altra cosa; sibbene, come ajutatori, devono ricevere una mercede della guardia da quei medesimi ch’essi custodiscono, quanta basti a persone temperate; e spenderla in comune, e mangiare e vivere insieme volgendo tutte le cure alla virtù, e non s’occupando in altro.

Timeo. Così s’è detto.

Socrate. E s’è ancora fatta menzione, che ai custodi bisogna dare per compagne, donne che siano altresì adatte alla custodia; e che bisogna metterle con essi a parte di tutti gli uffizii della guerra e della vita.

Timeo. Così appunto.

Socrate. E che della procreazione de’ figliuoli? non è ella cosa che facilmente si ricorda per la sua novità stessa, che noi facemmo le nozze e i figliuoli comuni a tutti, ingegnando che nessuno giammai conoscesse i suoi figliuoli proprii, e tutt’insieme si riputassero come una famiglia; cioè come sorelle e fratelli, quei nati dentro un conveniente tempo, e quelli nati via via innanzi, parenti e progenitori dei parenti, quelli nati via via dopo, figliuoli e figliuoli dei figliuoli.

Timeo. Si ricorda facilmente, hai ragione.

Socrate. E perchè di buon’ora nascessero i fanciulli con disposizione quanto si può bellissima, ci rammentiamo che i governatori e le governataci devono appajare le nozze per via d’alcuno sorti, macchinando di soppiatto in modo, che i cattivi da una parte, e i buoni da un’altra, s’abbattino a