Pagina:Acri - Volgarizzamenti da Platone.djvu/48

48

prima; e, sifattamente, le altre cose sarebbero più giovini dell’uno, e questo più vecchio di quelle. Davvero. Ma, per avventura, l’uno può esser diventato contro sua natura, o è impossibile? Impossibile. Or l’uno si fe’ manifesto aver parti e, per tanto, principio, fine e mezzo. Sì. E, universalmente, il principio non diventa prima, sì quello dell’uno, come dell’altre cose? e non in seguito diventano le remanenti parti, insino alla fine? Come altramenti? E affermiamo noi che tutte queste son parti del tutto e uno? e ch’esso medesimo insieme con la fine è diventato uno e tutto? Lo affermiamo. La fine, penso io, diventa da ultimo, e l’uno per sua natura diventa insieme con quella. Onde se mestieri è che l’uno non diventi contro natura, conciossiachè ei diventi insieme con la fine, per natura ei diventa l’ultimo delle altre cose. Così pare. Dunque l’uno è più giovane degli altri, e questi son più vecchi di quello. Così veggo io. Ma, pon mente, il principio e qualunque parte dell’uno o altro che siasi se tu di’ ch’è una parte e non parti, non è per conseguente mestieri sia uno, essendo una parte? È mestieri. Adunque l’uno insieme con il pria divenente diventerebbe, e insieme con il secondo, e - non s’iscompagnerebbe da nissuno qual sia che, seguitamente ad altro divenga, infinoattantchè percorrendo sino all’ultimo, diventi tutto uno; non lasciando in cosiffatta guisa, nel diventare, nè il mezzo, nè il principio, nè nessuna altra parte. Vero. Per la qual cosa l’uno ha la età medesima di tutti gli altri; e, così, s’ei non fa contro na-