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l’istesso uno, dappoiché è ispartito dall’essere. Necessariamente. Ma, poiché le parti sono parti di un tutto, l’uno, appunto per questo ch’egli è un tutto, dee essere terminato; imperocché le parti non son contenute dal tutto? Senza dubbio. E il contenente, è termine. Come no? Conseguentemente, l’uno se è, egli è insieme uno e molti, e tutto e parti, e terminato e interminato di moltitudine. Sembra. E, stantechè è terminato, non dee aver degli estremi? Necessariamente. E, stantechè è un tutto, non dee aver principio, e mezzo, e fine? o forsechè ci può essere un tutto, senza queste tre cose? e se alcuna di queste tre cose manchi all’uno, esso vorrà anco essere un tutto? Non vorrà. Onde l’uno ha principio, come pare, e fine, e mezzo. Gli ha. Il mezzo, poi, ugualmente dista dagli estremi; chè, altramenti, non sarebbe mezzo. No. E. se l’uno è tale, ha figura, o diritta, o tonda, o mista di tutt’e due. Senza fallo. E, così essendo, l’uno non è in sè medesimo, e in altro? Come? Ecco: ciascuna parte è entro il tutto, e non havvene alcuna fuori di quello. Sì. Or, tutte le parti son contenute dal tutto? Sì. E l’uno è tutte le sue parti, nè più, nè manco. Sì. E il tutto non è l’uno? Come no? Se adunque tutte le parti son contenute dal tutto, cioè a dire, dall’uno, e se tutte le parti sono l’uno e l’istesso tutto; affermar che tutte le parti son contenute dal tutto, risponde a questo: l’uno è contenuto dall’uno; e, siffattamente, l’uno conterrebbe sè in sè. Egli luce. Ma, da altro lato, il tutto non è nelle parti, nè in tutte, nè in alcuna; conciossiachè, se fosse in tutte, dovrebbe