Pagina:Acri - Volgarizzamenti da Platone.djvu/190

186

la ragione medesima animale bramoso di portare figliuoli, quando rimane infruttifero molto tempo di là dalla stagione, si corruccia e molestamente si sopporta; e, errando per tutto il corpo, affogando le vie dello spirito e non lasciando respirare, gitta in fierissime ambasce e fa ogni altra sorta di morbi, insinoattanto che il desiderio e l’amore di tutt’e due gli animali, facendo spuntare un frutto come da albero, e cogliendolo poi, e seminando nella matrice, come in un campicello, animaluzzi invisibili per la picciolezza e informi, e poi affigurandoli, dentro gli nutrono e crescono, e quindi, mettendogli in luce, compiono la generazione degli animali. Le femmine e tutto il sesso femminino nacquero, dunque, nella maniera summentovata. Gli uccelli nacquero per trasmutazione, messe penne in iscambio di capelli, dagli uomini senza malizia, ma leggieri, ch’eran vaghi di ragionar delle cose del cielo, e per dabbenaggine immaginavano che elle dimostrare si potessero fermissimamente per via degli occhi. Le fiere pedestri nacquero di quelli che non s’aggiovarono punto della filosofia, e nulla contemplarono delle cose del cielo; perciocché non s’approdaron più dei giri che sono nel capo, e seguirono come duci le parti dell’anima alberganti nel petto. E, per codeste loro (basse) cure, ei trassero le membra anteriori e i capi alla terra, per la loro parentela con essa, e ve li pontarono; e fecero slungati e di diversissime forme i cocuzzoli, dove appunto per la infingardaggine si furono in ciascun di loro ristrette le rivoluzioni (della mente)