d’una vita bellissima nel tempo presente e nel tempo
a venire.
Sembra ormai pressoché alla fine il compito assegnatoci
da principio, cioè di discorrere dell’universo
sino alla generazione umana. Si deve adesso mentovare
in breve come nascano gli altri animali, salvo
quando fosse mestieri allungarci; così persona può
in cuor suo far conto d’aver serbato un pochino di
misura, ragionando di questo soggetto.
Quegli, fra gli animali generati, codardi, e che passarono
nequitosamente la vita, furono, secondo verisimiglianza,
nella seconda nascita trasnaturati in
femmine. E a questo tempo (alla seconda nascita)
crearono perciò gl’Iddii l’amore del congiugnimento,
formandolo vivente e animato, l’uno in noi, l’altro
nelle donne; e li fecero tutt’e due in questo modo.
La bevanda per lo polmone discende sotto le reni,
nella vescica, dove essa è accolta; e, costretta poi
dall’aria, di li va fuori: or proprio questa parte per
dove essa va fuori gl’Iddii forano per forma ch’essa
via riesca alla densata midolla, che dalla testa scorre
giù per lo collo e la spina, e alla quale sopra dato
fu il nome di seme. E il seme, come quello ch’è
animale e piglia respiro, suscitando a questa parte,
per dove respira, un desiderio vivace di effondere,
creò l’amore del generare. Pertanto negli uomini
quello, dov’è vergogna, è disobbediente ed imperioso; e, qual animale sordo alla ragione, con sue
furenti libidini si sforza di dominar sovr’a tutto: e
nelle donne la così detta matrice o vulva, essendo per