gio; e talfiata le parti amare tingendosi nel sangue, pigliano colore un pochino rosso; e se intervenga che ci si mescoli il nero, pigliano color d’erba; e anco il color giallo si mischia con l’amarezza, allorquando carne novella liquefatta sia dal fuoco della fiamma (infiammazione). E a tutti codesti amori fu dato il nome comune di bile, o da alcuni medici, o da qualche persona possente di sguardare in molte cose dissimili, e iscorgere in esse un genere unico, degno di dare a tutte la denominazione sua; quanto poi ai nomi speciali della bile, essi hanno la propria loro ragione nel colore di quella. Quanto all’ icòre, quello del sangue è un siero dolce; ma quello della bile nera ed acida è agro, allorché capore si mischia a sostanza salsa: e questa s’addomanda pituita acida. Quando liquefatta sia gentile e giovane carne per aria che l’addentri, ed essa aria è gonfiata e chiusa intorno dall’ umore, talmentechè nascono bolle, le quali, ciascuna di per se, sono invisibili per la picciolezza; ma tutte insieme porgono alla vista il loro volume, ed hanno per la surgente spuma un color bianco a vedere; allora a tutto codesto liquefacimento della tenera carne, intramista d’aria, diciamo pituita bianca. Siero della pituita fatta di fresco, sono il sudore e la lacrima, e tutti gli altri umori simili, ch’ effonde tuttodi il corpo a fine di purgarsi, E tutti questi umori diventano strumenti di morbi, allorché il sangue non si nutre, seconde natura, di cibi e bevande, ma piglia, trapassando le leggi della natura, il volume suo da (fonti) contrarie.