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illanguidiscono della radice, e non possono più tagliare a loro simiglianza (cioè assimilarsi) i triangoli del nutrimento, ch’ entrano, anzi, per contrario, disgregati vengono di leggieri da questi triangoli che gli invadono da fuori; allora, tutto l’animale è vinto, e si disfoglia: ecco la vecchiezza.

Da ultimo, quando gli armoneggiati legami (che legano i triangoli) della midolla non più resistono, disciolti pel travaglio; allora alla loro volta allentano gli stessi legami dell’anima; ed ella, secondo la natura sua, sciolta, se ne vola con festa: perciocché doloroso è quel che succede contro natura, ma quello che fa alla natura è soave. La morte, simigliante’mente, se viene per morbi ovvero ferite, è violenta e piena di duolo; ma quella che naturalmente giugne dopo vecchiezza, è men penosa di tutte le morti, e porge piacere piuttosto che dolore.

D’onde si fanno i morbi, è quasi manifesto, e ad ognuno: che, essendo quattro i generi dei quali è organato il corpo, terra, fuoco, acqua ed aria, il loro soperchio e difetto contrario a natura; e la tramutazione dal luogo proprio in luogo estraneo; e, inoltre, conciossiachè il fuoco e gli altri elementi abbiano più specie, il pigliare ciascuno d’essi parti che disconvengano (perchè, quantunque d’un medesimo genere, pure avvien che siano di specie diverse); queste e tutte l’altre cagioni somiglianti portano sedizioni e morbi. Conciossiachè, generandosi i detti corpi elementari e tramutando luogo contro natura, di riscaldano le parti che prima erano fredde, e quelle sec-