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cuo lasciato dalle parti che vanno via. Il modo dello empimento e votamento (del nostro corpo) è come il moto d’ogni cosa nell’ universo, per il quale moto il cognato si trae sempre verso al cognato. Di fatto, le cose circostanti di fuori ci sciolgono incessantemente, e distribuiscono le parti sciolte del nostro corpo, avviandole ciascuna alla sua specie (a quello de’ quattro corpi elementari a cui appartiene). Ma, d’altro lato, le sostanze sanguigne che spartite sono a minuto dentro noi, e sono come da un cielo comprese da ogni animale organato, vengono necessitate d’imitare il movimento dell’universo; e per ciò queste sostanze spartite dentro noi, traendosi a’ loro cognati, riempiono novamente dove si fé vacuo. E quando’ quel che va fuori è più di quello che scorre dentro, tutto l’animale discema; quando meno, prospera. E quando l’animale è tuttavia costruttura novella, ed ha per questo i triangoli, usciti dagli elementi, così freschi, come se ora usciti dal lavoratojo, egli possiede una gagliarda commessura fra essi triangoli: però tutto il suo volume è tenero, perchè è di midolla nata da poco, e nutricata di latte. Onde allorché son portati da fuori e accolti dentro la midolla i triangoli dei quali si compongono i cibi e le bevande, essendo essi più vecchi e più deboli dei triangoli della midolla, questa co’ suoi triangoli nuovi li taglia e li supera, e fa che prosperi l’animale, nutricandolo di molti simili. Poi quando i triangoli della midolla, per le molte battaglie combattute centra molti (triangoli) e per molto tempo,