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dall’aria ch’è attorno al corpo, la quale, circolarmente cacciata, entra per i vani del tessuto delle carni: poi alla sua volta essa aria tornando indietro, e andando fuori per attraverso il corpo, ricaccia circularmente dentro noi il respiro pel passaggio della bocca e delle narici. E la cagione dell' incominciamento di questo moto, si dee dire ch’ è questa: Ogni animale ha dentro di se, nel sangue e nelle vene, calore, come se dentro lui fosse una certa fontana di fuoco: la quale cosa assomigliammo alla nassa, dicendo che tutto quel che c’è per lo mezzo, tessuto è di fuoco, e tutto quello ch’ è di fuori, tessuto è di aria. Il caldo conviene acconsentire che secondo natura va fuori nel luogo suo, al suo cognato (va dov’è la grande copia di fuoco). Essendoci due uscite, l’una fuori per il corpo (perspirazione), l’altra perla bocca e le narici (espirazione), quand’ esso muove per l’una delle uscite, caccia in giro l’aria ch’è attorno all’ altra uscita: e l’aria cacciata in giro per entro al corpo, abbattendosi al fuoco (ch’ è nel sangue), si riscalda; quella, per contrario, ch’ esce, si raffredda. E avendo il calore mutato luogo, e l’aria ch’è (dentro il corpo) presso a una delle uscite (cioè presso ai pori della carne) essendo diventata più calda (perciocché si è mista al calore del sangue; codesta aria volgendosi novamente per questa uscita (de’ pori), disiosa di muovere verso la natura sua (verso il fuoco cognato), ricaccia dentro, in giro, l’aria ch’é attorno dell’altra uscita (quella ch’è presso presso alle nitrici e alla bocca). Onde codest’ aria, la medesima passione ricevendo