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tro della nassa, di fuoco (il di dentro è la carne ch’é fra le pareti interne del caro delle narici, del petto e del ventre, e le pareti esterne fatte dell’aria circostante al corpo: il fuoco è il calore del sangue): i cestini e il loro di dentro, li fa aeriformi. E, pigliata la nassa, Iddio irretisce l’animale che aveva formato, nella maniera che segne, cioè da dentro la bocca in giù fa calale nn cestino, e poiché era doppio, lascia calar l’altra parte giù per le arterie (cioè per l’aspra arteria ed i bronchi) dentro il polmone, e l’altra di costa a costa le arterie (cioè per l’esofago), giù nel ventre. Inoltre, sparti il primo cestino, e l’una e l’altra parte messe per entro i canali del naso in guisa da aver riuscita nell’ altro cestino (nel cavo delle fauci e s’aprono le narici posteriori e anco termina l’aspra arteria) acciocché quando quell’ uscio che riesce alla bocca si tura (cioè l’arteria aspra per la quale ispiriamo l’aria), per cotesto altro uscio delle narici passassero le correnti che dovevano passare per quello. Colla rimanente cavità della nassa irretisce tutta la parte cava del nostro corpo, e fe’ ora fluire la detta cavità (cioè il fuoco interno) per entro i cestini, mollemente, essendo essi fatti di aria, ora rifluire i cestini; e ancora fece che la nassa (l’aria che fascia la persona) in cotesto suo ondeggiamento entrasse per il corpo, stantechè il corpo è raro, e novamente ne uscisse; e fe’ che i raggi di fuoco intessuti internamente (cioè il calore animale perché ogni animale ha dentro del sangue e delle vene abbondante calore e quasi una fontana di fuoco) accompagnassero