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partecipa della vita, si può giustissimamente addomandare animale: e questo di cui ora favelliamo partecipa alla terza specie di anima, che il ragionamento disse tenere stanza fra il diaframma e l’ ombilico, la quale nè ha opinione nè s’ abbella di fiore di ragione e di mente, e solo ha senso piacevole e doloroso accompagnato da desiderii. Di fatto, la pianta è continuamente passionata da tutte le cose; ma perciocché ella si volge in se attorno di se stessa, e respinge i movimenti esteriori usando del movimento proprio, per questo la sua generazione non le donò di poter conoscere se medesima e pensare ad alcuna delle cose sue. Laonde la pianta vive e non è diversa d’un animale, ma sta salda e radicata in un medesimo luogo, perciocché privata di semovenza.
I superiori dopo seminate tutte queste spezie (le piante) per nutrimento di noi inferiori, cavarono canali nel corpo nostro come si tir nei giardini, perchè fosse irrigato come da vivo ruscello. E prima cavarono celati canali sotto la pelle e la carne sposate insieme, cioè le due vene dorsali (l’aorta e la vena cava), che sono due, perciocché ancora il corpo s’indua in lato destro e sinistro: e le avviaron giù accosto la spina da abbracciare fra loro la generativa (o vivificante) midolla, affinchè essa col maggiore rigoglio fiorisse, e l’onda, scorrendo con facilità perchè da su in giù, irrigasse ugualmente tutte l’altre partì. Dopo questo, attorno al capo scindendo le (dette due) vene e intrecciando li rami contrarii, piegarono quelli della sinistra verso alla destra parte del corpo, e quella