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dei mortali, la commise ai generati da lui stesso. I quali, ricevuto da esso il principio immortale dell’anima, imitando lui tornirono intorno a questo un corpo mortale, e glielo dettero come per cocchio. E formarono entro al medesimo corpo ancora un’altra spezie di anima, cioè la mortale, che accoglie dentro se fatali e violente passioni: da prima il piacere, esca grandissima di mali; appresso i dolori, fugatori di beni; ed anche l’audacia e la paura, stolti consiglieri; e l’ira implacabile; e la speranza che si lascia leggermente menare dal senso irragionevole e dall’amore, il quale pon mano a tutto:e secondo la necessità mescendo insieme queste cose si ebbero composto la spezie dell’anima mortale. E temendo d’illaidire il principio divino senza una necessità suprema, albergarono separatamente il principio mortale in un’altra stanza del corpo, costruendo un istmo e un termine fra la testa e il petto, con frapporci il collo tra essi due, acciocchè quelli abitassero separati. Ligarono dunque l’anima mortale nel petto e nel così detto torace. E poichè una parte di lei è di natura migliore, e l’altra parte è di natura peggiore, separarono ancora il cavo del petto, così come si separa (in una casa) l’abitazione delle femmine da quella degli uomini, spiegandovi il diaframma nel mezzo, come una siepe. Per tanto la parte battagliera dell’anima, ch’è forte ed iraconda, gl’Iddii stanziarono più dappresso al capo, frammezzo al diaframma ed al collo, affinchè, obbediente alla ragione, insieme con lei rinfrenasse per forza i desiderii (la parte con-