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perciò che la brucia, ch’è un genere spumoso, distinto dagli altri succhi, è chiamato oppio.
Quanto alle spezie della terra, quella che distilla per l’acqua diventa in questo modo corpo pietroso. Quando l’acqua che ci è mista, è picchiata nella sua meschianza, trapassa in forma di aria: e, diventata aria, corre su al luogo suo. Ma non c’è voto; preme dunque l’aria vicina: la quale, come quella ch’è grave, premuta e distesa attorno al volume della terra, costringe questa e la caccia nelle sedi d’onde andò su l’aria novella. E la terra, premuta dall’aria, in maniera da essere indissolubile all’acqua, si fa pietra: è più bella, quella che ha parti ugnali e uniformi, ch’è trasparente; la contraria è più brutta. Quando la terra è succiata d’ogni umore dalla rapina del fuoco, e si fa più secca della pietra, diventa quel che noi chiamiamo argilla. Alcune volte d rimane umore, e la terra liquefatta dal fuoco, quando s’è poi raffreddata, diventa quella pietra che ha color nero. E se è somigliantemente privata dalla meschianza di molta acqua, e se ha parti più sottili ed è salata, essa diventa condensata a mezzo, capace d’esser novamente sciolta dall’acqua: e così si genera il nitro, che purifica l’olio e la terra; e il sale, che insapora le vivande, il quale, giusta le parole della legge, è cosa cara agli Iddii.
Or vedi come si son condensati i corpi generati da acqua e terra, i quali non si sciolgono per acqua, sibbene per fuoco, nella maniera seguente. Fuoco e