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cose generate. L’acqua ch’è mista al fuoco, quella sottile e fluida, la quale per lo suo movimento e per la via che fa rivolvendosi su per la terra, si dice liquida, ed eziandio, molle, perciò che le sue basi sono cedevoli per essere meno stabili di quelle della terra; quest’acqua, quando è abbandonata dal fuoco e dall’aria, diventa più uniforme, e per l’uscita dei detti corpi si costringe in se medesima. Or s’ella si densa fortemente, su, discosto dalla terra, si chiama grandine; se in terra, ghiaccio: se è di parti più picciole, ed è peranco solo densata a mezzo, e patisce questa mutazione sopra la terra, si chiama neve; se la patisce in terra, e si genera dalla rugiada, si addomanda pruina. Le moltissime spezie di acque, le quali son mischiate fra loro, e distillano per le piante, figliate dalla terra, tutte s’addomandano succhi generalmente; I quali, essendo molti e diversi, a cagione della diversità delle loro mischianze, hanno fatte molte spezie senza nome; ma quattro, che sono spezie di fuoco, perchè molto cospicue, ricevettero il nome. Si disse vino, quello che scalda l’anima insieme al corpo. Quella spezie polita, la quale ha potenza di discettare lo raggio della vista, e che pertanto è a vedere splendida e lucida e nitida, è la spezie olearia, cioè la pece e la resina e l’istesso olio e quant’altri hanno simigliante potenza. Quello che ha virtù di espandere le mischianze che spettano alla bocca, per questa virtù sua porgendo dolcezza, in generale pigliò il nome di mele. Quello che dissolve la carne, per