Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
132 |
sempre, cagiona eziandio il moto semprevivo de’ corpi, che è e sarà, continuamente.
Dopo questo bisogna avvertire che ci sono molti generi di fuoco, come la fiamma, e quel che s’espande dalla fiamma, che non brucia ma dà lume agli occhi; e quello che dopo morta la fiamma rimane ne’ corpi affocati. Similmente dell’aria, c’è la limpidissima che si chiama etere e la torbidissima che si chiama nebbia e tenebre, e c’è diverse altre spezie senza nome, generate dalla disagguaglianza de’ triangoli. Le spezie dell’acqua sono primieramente due, la liquida e la fusibile. La liquida, perciocchè costa di parti d’acqua che son picciole e disuguali, è mobile in se e facile ad esser mossa da altro appunto a cagione della non uniformità e della natura della sua figura.. La specie di acqua che si compone di parti grandi e uniformi è più stabile di quella, e, per la uniformità, è compatta e grave; ma se il fuoco l’addentra e discioglie, essa, perduta la uniformità, piglia più del moto, e diventata mobilissima è spinta dall’aria vicina e distesa in terra. Ora lo sciogliersi delle sue massette si chiamò liquefacimento, e scorrere si chiamò il suo stendersi giù per la terra. E novellamente il fuoco scappandocene, poi che non esce nel vacuo, preme la vicina aria, la quale premuta da esso, e compremendo alla sua volta il liquido ed ancora leggermente mobile volume dell’acqua nelle sedi lasciate dal fuoco, lo mesce con se stesso; e quello cosi compremuto ripigliando la uniformità de poi che il fabbro della non uniformità, il fuoco, se n’è andato