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investa in un altro genere qual sia e combattano (a paro) ambedue non cessano di sciogliersi, infinoattanto che o intieramente respinti e disciolti si rifuggano ciascuno ad altro corpo congenere, ovvero che i corpi vinti da molti si fanno uno e simigliante al vincitore, e si rimangono ad abitare insieme con lui. Per queste passioni tutt’i corpi mutano eziandio le loro sedi; stante che tutti quei che sono d’un genere appunto per lo squassarsi del recettacolo occupano un luogo proprio, ma diventati dissimili tra se e simili ad altri d’un genere diverso, son per questo scotimento portati al luogo di questi a cui si son fatti simili.
Tutt’i corpi adunque non misti e primitivi, si generarono per queste cagioni. Dell’essere nelle loro forme nate diverse spezie, se ne dee accagionare la composizione di ciascuno dei due elementi, siccome quella che al principio, non portò un solo triangolo isoscile ed un solo scaleno, di unica grandezza, ma molti, più grandi e più piccoli, in cotanto numero per quanti spezie ci sono nelle forme, e perciò questi triangoli mischiati tra loro e gli uni cogli altri fanno una varietà infinita: cosa che deve contemplare chiunque ha vaghezza di ragionar con verosimiglianza sopra la natura.
Intorno al moto e allo stato, se non si stanzia in qual guisa e con quali mezzi si generano, ci saranno molti intoppi per il ragionamento che segue appresso. Già se ne sono dette alcune cose, or aggiugniamo ancora quest’altro: Il moto non può esser mai dove c’è uniformità. In vero cosa che si muova,