così; non diremo le bugie. E per quanto dal detto insino a qui si può arrivare la natura sua; ecco come se ne potrebbe parlare in una maniera giustissima: La parte di lei affocata, pare sempre fuoco; la inumidita, acqua; ed apparisc’ella terra ed aria in quantochè ne riceve le somiglianze. Ma, intorno tali cose definendo con più nettezza ricerchiamo la questione seguente: c’è per avventura un fuoco in sè? e il medesimo è pure per tutte le cose di cui sempre diciamo così che ciascheduna è ente in sè? o queste cose che veggiamo, e tutte quelle che sentiamo per mezzo del corpo, sono sole che possiedono tale verità, e non ce n’è punto altra, in veruna maniera, oltre ad esse? e pertanto noi vanamente diciamo tutto dì che per ogni obbietto c’è una tale spezie intelligibile, ed elle non sono se non parole? Ma ora se la presente questione prima non si discerne e giudica, non è buono asseverare a baldanza ch’ella va così o così, e non è buono nè pure ad un ragionamento lungo fare una giunta anco lunga; ma laddove ci rilucesse un limite che comprenda molto in poco, sarebbe proprio al caso. Per me, io penso così: se la mente e la opinione vera son due generi che si differiscono, necessariamente ci sono coteste spezie di per sè, non sensibili da noi, e intelligibili soltanto; ma se, come pare a certuni, la opinione vera non differisce affatto dalla mente, tutte quante le cose che sentiamo per via del corpo, si devono porre come certissime. Ma esse si deve dire che son due generi, imperciocchè si generano separatamente, e sono dissimili. E davvero l’una si