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guardi nello specchio la propria faccia, allora il lume che deriva dalla faccia si unifica con quello che deriva dagli occhi sovr’al polito e lucido specchio. E quel ch’è destro pare sinistro, perciocchè avvien che le parti della luce della vista si scontrino nelle parti corrispondenti della luce dell’obbietto, contr’al modo usato. Per contrario il destro pare destro, e il sinistro pare sinistro, quando la luce della vista si rivolve nell’atto che si mesce nell’altra luce (derivante dall’obbietto): questo incontra, se la polita superficie dello specchio sporge in fuori due coste (immagina un mezzo cilindro cavo e ritto in piedi) e ribatte il lume del lato destro dell’obbietto verso al lato manco del lume dell’occhio, e quello del lato manco vers’al lato destro. Un tale specchio se si colca sovra uno dei suoi lati, in rispetto alla nostra faccia (immagina il mezzo cilindro cavo volto orizzontalmente), allora la fa parere riversata, rimbalzando il di giù del lume dell’obbietto verso il di su del lume della vista, e il di su verso il di giù.
Tutte queste cose sono delle concause, di cui Dio si vale come ministre per recare possibilmente ad atto l’idea del benissimo. I più portano opinione che non sono concause, ma cause di tutte le cose, imperocchè freddano scaldano, fan sodo e diffuso ed operano altri effetti simili. Ma non possono esse avere ragione e intelligenza per far checchesia, stante che si deve dire che fra gli enti quello che solo può possedere l’intelligenza, è l’anima; ed ella è invisibile, ma il fuoco, l’acqua; l’aria,