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muove la rivoluzione dell’altro. Pose la luna nella prima orbita che inghirlanda la terra; e pose Lucifero e il pianeta che si dice sacro a Mercurio, in quelle orbite che si rigirano con velocità uguale a quella del sole, ma in verso contrario; in maniera che il sole e il pianeta di Mercurio e Lucifero ciascuno simigliantemente raggiugne l’altro, ed è da quello raggiunto. Se persona fosse desiderosa di sapere per dove abbia Iddio messi gli altri pianeti, e per che ragione, questa giunta porgerebbe più gran difficoltà che l’argomento stesso, in grazia del quale si è ora toccato di queste cose. Ma di questo soggetto se ne tratterà forse degnamente, quando se n’avrà l’agio, un altra volta.
Immantinenti che tutt’i pianeti che bisognavano per operare insieme la comparita del tempo, furono ciascuno entrati nelle proprie orbite, e i corpi loro legati con animati legamenti furono divenuti animali, ed ebbero appreso ciò che fu prescritto a essi; ecco, seguendo il movimento dell’altro, che si rigira obbliquo e per attraverso al movimento del medesimo da cui è signoreggiato, ecco, quale si messe a viaggiare per maggiore orbita, quale per minore; e quei che per orbite minori rivolgersi più veloci, quei che per maggiori, più tardi. Però, a cagione del movimento del medesimo, quei che si rivolgono velocissimamente sembrarono d’essere raggiunti da quei che si rivolgono più lenti, laddovechè in vero quelli raggiungono questi. La qualcosa avvenne perchè il moto del medesimo fè che tutte le orbite di questi pianeti disegnassero un spira e, perchè essi (cinque