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in verso opposto gli uni agli altri; e che tre cerchi si rigirino similmente veloci, e quattro dissimilmente e rispetto ai tre e fra di essi, però tutti quanti movendosi a ragione e a misura.

Terminato l’ordinatore di comporre l’anima secondo la mente sua; in seguito fabbricò dentro lei tutto ciò ch’è corporeo e, disposando centro a centro, l’addatò a lei armoniosamente. E l’anima dilatata dal centro fino agli estremi del cielo, lo fascia tutto intorno; e rigirando sè in sè comincia il divino principio d’una vita sapiente e incessabile per tutto il tempo. Il corpo del cielo si generò visibile, l’anima invisibile; però partecipando essa della ragione e armonia degli enti intelligibili e sempiterni, è la più buona fattura del più buono fattore. Siccom’essa era dunque contemperata di codesti tre principii, cioè della natura del medesimo, di quella dell’altro, e della essenza, ed era con proporzione spartita e colligata, e siccome per lo suo circulare sempre ritorna à sè stessa; tutte le volte ch’essa attinge obbietto di natura divisibile ovvero indivisibile dice movendosi tutta quanta, a quale cosa questo sia medesimo, e da quale sia diverso; e dice in che relazione principalmente, e come, e dove, e quando a ciascuna delle cose generate avvenga di esser così o così, ovvero di esser passionate così o così, e in rispetto all’altre cose generate, e in rispetto a quelle che restano sempre le medesime. Il logo (il discorso interno dell’anima) si genera parimenti verace o che versi intorno ad obbietto della natura del medesimo, ovveramente a obbietto della natura dell’altro; ed esso si rigira dentro