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52 | Antonio Agresti |
consacrato infinitamente meglio di ciò che il nostro povero potere sia atto a dare o a togliere loro. Il mondo non darà altro che poca attenzione a quel che diciamo qui, ma non potrà a meno di ricordare ciò che essi han fatto. Siamo noi piuttosto che abbiamo bisogno di essere consacrati all’opera incompiuta che essi hanno tanto bene fatto progredire. Siamo noi che dobbiamo essere dedicati al grande compito che ci aspetta ancora, affinchè noi impariamo da questi morti onorati ad accrescere la nostra devozione per la causa alla quale essi si sono dati con tutto l’amore, affinchè noi decidiamo che questi morti non sono morti invano, che questa Nazione, per Grazia di Dio, avrà una rinascenza di libertà e che il governo del popolo, col popolo, per il popolo non può sparire dalla terra!».
Parole semplici e grandi.
Dopo Gettysburg le sorti dei secessionisti precipitano. Il generale Lee resiste, è vero, a passo a passo. Il piano concepito dal generale Ulisse Grant, il conciapelli diventato ora luogotenente dell’armata della Unione, s’andava svolgendo con una sicurezza tragica per i Sudisti.
Wilderness, Buffalo, Spottsylvania, erano tanti passi avanti verso la presa di Richmond ― la capitale dei ribelli ―, erano tanti anelli della terribile catena che Grant stringeva intorno a Lee ed alle truppe dei secessionisti.