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44 | Antonio Agresti |
Anzi, di fatto nessun generale.
Lincoln dovette crearli e li trasse da quella grande fucina di meravigliose energie che è il basso popolo. Trovò Grant in una bottega di conciapelli e lo mise alla testa di un’armata. Grant aveva già fatte le sue prove contro gli Indiani ed era poi tornato al suo abituale mestiere.
Da un gruppo di Rough-riders — i butteri del tempo — chiamò il Butler ad organizzare e comandare i reggimenti di negri. Chiese alla Nazione il sacrificio delle vite e del denaro, chiese al popolo il coraggio e la fierezza di non dirsi mai vinto e diede egli stesso l’esempio di questa fermezza, non disperando della patria neppure quando le truppe dei Sudisti erano giunte vittoriose in vista della Capitale.
Veramente questa salda fiducia nel successo finale dell’opera era la forza di Lincoln. Lo hanno chiamato il Secondo Padre della Unione e non a torto. Poichè, nelle ore di sconforto, nei giorni della sconfitta e del terrore, quando l’onda Sudista minacciava di travolgere nella sua furia selvaggia l’Unione e tutti disperavano ed i cuori incominciavano a diventare freddi e l’entusiasmo e la fede si spegnevano quasi soffocati dal tanto sangue versato il solo che non dubitava, il solo che non vacillava, il solo che sapeva trovare la parola che rincuora, la suprema azione necessaria, l’atto energico dominatore, era Lincoln.
Era lui che risollevava alta la bandiera stellata che le mani dei militari lasciavano quasi cadere, era lui che di su la porta della casa bianca