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34 | Antonio Agresti |
negli atti, e nelle parole degli uomini del Sud e dei loro antagonisti; era al fondo della grande controversia.
Se per Lincoln era, ed era veramente, una questione di giustizia l’abolizione della schiavitù: il mantenimento degli schiavi era o pareva essere, per i Sudisti, una questione di vita o di morte economica.
In un suo discorso contro Lincoln, a Chicago nel 1848, il giudice Douglas, grande avvocato della schiavitù, aveva detto: «È questione della sovranità di ogni Stato, ma è altresì che il Sud non vuole essere ridotto alla miseria, e l’abolizione della schiavitù ve lo ridurrebbe».
C’era da prevedere che la lotta sarebbe stata accanita, disperata, lunga, eppure nessuno lo pensava.
I Sudisti credevano che un rapido colpo di mano darebbe loro il sopravvento sul Nord, nel Nord si supponeva che, se anche i Sudisti si ribellassero, sarebbe tutt’al più una questione di tre mesi.
Lincoln vedeva nell’atteggiamento degli Stati del Sud l’intento schietto di dividere l’Unione, e affermava che questo nè doveva nè poteva essere.
Quando il 6 Novembre 1860 egli, nominato Presidente, pronunciò sotto tal veste, il suo primo discorso, affermò questo principio, e nel suo primo Messaggio Presidenziale del 4 Marzo 1861 lo riconfermò con parole ormai storiche.