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Abramo Lincoln 21


Era lungo e magro, camminava dinoccolato, aveva mani e piedi enormi. Ecco come lo descrive John Russel, corrispondente del Times, rendendo conto di un dibattito tenutosi in contradditorio fra lui e Douglas nel 1858.

Il ritratto non è lusinghiero: «Noi vedemmo arrivare sulla piattaforma — scrive il Russel — una magra, ossuta figura lunga sei piedi e quattro pollici (1 m. 90 cm.) un po’ curva, dondolante, sgraziata, vestita con nessun garbo e che aveva un modo di gesticolare che destava il riso. Questa figura era Lincoln. Egli ha una faccia che inquieta. È brutto e piace. Quando parla fissa in faccia alle persone i suoi occhi grigi, fondi ed acuti che brillano sotto la folta incolta capigliatura, sotto la fronte vasta, solcata di molte rughe. Ha la bocca larghissima, le labbra, specialmente la inferiore, grosse; il naso lungo e forte; le braccie smisurate e alle mani enormi soltanto i suoi enormi piedi possono essere paragonati».

Lincoln non si preoccupava dell’effetto che il suo fisico poteva fare sugli ascoltatori dei suoi discorsi. Anzi, questa bruttezza, era un argomento che egli sapeva volgere a proprio favore.

Durante la campagna elettorale per la presidenza, il 17 Luglio 1858; egli pronunciava a Springfield un discorso contro la politica di Douglas e diceva: «.... Tutti gli ardenti politicanti del suo partito (Douglas) e quelli che negli anni decorsi sono stati del suo partito, lo considerano come il futuro presidente degli Stati Uniti. Essi hanno scorto nella sua paffuta, rosea, florida faccia la promessa