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Abramo Lincoln | 15 |
della vita della umanità; e non possiamo, non ci è dato scrutarlo.
Come per tutti i misteri troppo breve è la nostra vita, e troppo oscuro e troppo folle il nostro sapere.
Ma noi possiamo ricordare chi fu.
Non c’è in lui nessuna traccia di passato memorabile, nessuna di quelle possibilità che sono date dalla ricchezza, nessuna forza gli viene dalle attrattive fisiche.
D’umile origine, povero, brutto; un’anima indomita, una coscienza diritta, una volontà d’acciaio; ecco Abramo Lincoln.
Nell’agosto del 1619 venti negri sbarcavano da una nave olandese nel porto di Cesapeahe nella Virginia. Erano i primi schiavi che toccavano il suolo Americano. Essi venivano a portare ai coloni il soccorso delle loro braccia nel penoso lavoro del pioniere. L’emigrazione non esisteva, allora, col carattere che ha assunto fin dalla seconda metà del secolo XIX. Il lavoro agricolo, specialmente sulle vaste terre vergini, ha bisogno per essere largamente redditizio, di macchine e di molte braccia. Non esistevano macchine agricole nel XVII secolo. La tratta sopperì alla penuria.
Gli schiavi furono portati in America per cooperare, insieme ai primi coloni, allo sviluppo agricolo delle terre del Sud.
Ed i primi schiavi non ebbero a dolersi dei loro padroni. La miseria, le crudeltà vennero più tardi.