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58 i - d’amore e desiderio

damente in altri, come per fine piú nobile, qual è acquistare la virtú de la liberalitá; dunque la prima ragione ci comanda procurare l’utile e piaceri onesti, e la seconda ci comanda fatigare e travagliare l’animo e la persona per cosa piú nobile e degna, con ragione, d’essere amata.

Sofia. Qual di queste due sorte di ragione pensi tu, Filone, deversi seguire?

Filone. La seconda è piú degna e di eminente grado, cosí come la prudenzia del liberale è piú sublime nel dispensare le ricchezze virtuosamente, che la prudenzia de l’avaro in accumularle per il suo bisogno: ché, se bene è prudenzia l’acquistare ricchezze, maggiore e piú degna è distribuirle liberalmente. E l’uomo che si conserva con ragione in degno e eccellente amore, senza goderlo, è come un arboro sempre verde grande abbundante di rami, ma di nissun frutto; il quale veramente si può chiamare sterile. E senza dubbio, a chi manca eccellente amore, poche virtú l’accompagnano. È ben vero che chi diverte se medesimo a amor lascivo e brutto, qual nasce da appetito carnale, non confermo per la ragione de’ meriti de la cosa amata, è un arboro che produce frutto velenoso che mostra qualche dolcezza ne la scorza. Ma quel primo amore eletto da ragione si converte in gran suavitá, non solamente ne l’appetito carnale, ma ne la mente spirituale con insaziabile affezione. E quando tu saprai, o Sofia, di quanto momento sia l’amore in tutto l’universo mondo, non solamente nel corporeo ma molto piú nel spirituale, e come, da la prima causa che ogni cosa produce fin all’ultima cosa creata, non è alcuno senza amore; tu l’averai in maggior venerazione, e allora conseguirai maggiore notizia de la sua genealogia.

Sofia. Se mi vuoi lassare contenta, mostrarai questo ancora.

Filone. È tardi per simile narrazione. E giá è ora di dar riposo a la tua gentil persona, e lassare la mia mente afflitta ne la solita vigilia: quale, se ben resta sola, sempre è accompagnata da te, e non è manco soave che angosciosa contemplazione. Vale.