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reciprocitá di amore e conoscenza 45

perfetta unitá che è il vero fine d’amore e desiderio; quali sono affetti de la volontá che fanno, de la divisa cognizione, fruizione di cognizione perfetta e unita. E quando intenderai questa naturalitá intrinseca, conoscerai che non son lontani dal mentale desiderio né si discostano da l’amore mentale, se bene l’aviamo di sopra in suggetto comune altrimenti esplicato. Di modo che l’amore veramente si può diffinire che sia desiderio di godere con unione la cosa conosciuta per buona; e ancor che il desiderio, come altra volta t’ho detto, presupponga assenzia de la cosa desiderata. Ora ti dico che, quando bene la cosa buona sia e si possegga, si può in ogni modo desiderare non d’averla (poi che è avuta), ma di fruirla con unione conoscitiva; e questa futura fruizione si può desiderare, perché ancor non è. Questo tal desiderio si chiama amore; ed è di cose non avute che si desideravano avere, o veramente de l’avute che si desiderano godere con unione; e l’uno e l’altro propriamente si chiama desiderio, ma il secondo piú propriamente amore. Di sorte che diffiniamo l’amor desiderio di fruir con unione, o veramente desiderio di convertirsi con unione ne la cosa amata. E tornando a l’intento nostro, dirò che: prima, quel conoscimento debbe essere di Dio; secondo, che si può avere, di cosa tanto immensa e tanto alta. E conoscendo noialtri la sua perfezione, perché non bastiamo a conoscerla interamente, l’amiamo, desiderando fruirlo con unione conoscitiva la piú perfetta che sia possibile. Questo tanto amore e desiderio fa che siamo astratti in tanta contemplazione, che ’l nostro intelletto si viene a sollevare: in modo che, illuminato d’una singolare grazia divina, arriva a conoscere piú alto che l’umano potere e l’umana speculazione; e viene in una tale unione e coppulazione col sommo Dio, che piú presto si conosce nostro intelletto essere ragione e parte divina, che intelletto in forma umana. E allora si sazia il desiderio suo e l’amore, con molta maggior satisfazione di quella che aveva nel primo conoscimento e nel precedente amore. E ben potria essere che restasse l’amore e il desiderio, non d’avere il conoscimento unitivo, ché giá l’ha avuto, ma di continuare la