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l’arte del dimostrare e dividere la veritá dal falso in ogni intelligenzia e discorso, la quale si chiama logica; come ne la filosofia morale, o ne l’usare de la prudenzia e de le virtú agibili; come ancora ne la filosofia naturale, che è de la natura di tutte le cose che hanno movimento, mutazione e alterazione; come ancora ne la filosofia matematica, quale è de le cose che hanno quantitá, o numerabili o mensurabili. La quale, se si conosce di numero assoluto, fa la scienzia de l’aritmetica; e se è di numero di voci, fa la scienzia de la musica; ed essendo di misura assoluta, fa la scienzia de la geometria; e, se tratta de la misura de’ corpi celesti e suoi movimenti, fa la scienzia de l’astrologia. E sopra tutto bisogna essere perfetto in quella parte della dottrina che è piú prossima a la felice coniunzione; la quale è la prima filosofia, che sola si chiama sapienzia: e questa tratta di tutte le cose che hanno essere, e di quelle intende, piú principalmente, quanto maggior e piú eccellente essere hanno. Questa sola dottrina tratta de le cose spirituali ed eterne. L’essere de le quali, circa la natura, è molto maggiore e piú conosciuto de l’essere de le cose corporee e corruttibili; ben che sieno manco conosciute da noialtri che le corporee per non potersi comprendere da’ nostri sensi come quelle. Tal che il nostro intelletto è, ne la cognizione, come l’occhio del spiritello a la luce e cose visibili; che la luce del sole, che in sé è la piú chiara, non la può vedere, perché il suo occhio non è bastante a tanta chiarezza e vede il lustro de la notte che gli è proporzionato. Questa sapienzia e prima filosofia è quella che arriva al conoscimento de le cose divine possibili a l’umano intelletto: e [per] questa causa si chiama teologia, che vuol dire sermone di Dio. Di sorte che il sapere de le diverse scienzie è necessario per la felicitá; ma essa non consiste giá in quelle, anzi in una perfettissima cognizione d’una cosa sola.

Sofia. Dichiarami che cognizione è questa, e di che cosa, che sola fa l’uomo beato: che sia qual si voglia, a me pare strano che abbi a precedere in causa la felicitá a la cognizione de la parte [piú] che del tutto: ché quella prima ragione, per la quale concludesti consistere la felicitá ne l’attuale conosci-