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nota 445

16); 125 b 13 teologichi em. teologi (351, 9); 126 b 13 col quale fu la creazione em. col quale fa la creaz. (352, 23); 129 b 14 che egli manca em. Pflaum che gli manca (356, 29); 135 b 16 venta da la bellezza em. vinta da la bruttezza (365, 19); 137 a 12-13 quella, nel quale em. di quello, del quale, (367, 22); 138 b 18 pur’ la bellezza em. per la bellezza (369, 31); 140 b 22 procede em. precede (374, 10-11); ivi, 23-24 brevi & astintamente em. breve e distintamente (ivi, 23-24); 143 a 22 quello em. quella (376, 16); 145 a 14 quanti em. quelli (379, 3); ivi, 17 egli em. essi (379, 6); 146 b 18 gusto em. giusto (381, 8); 148 a 4 dice em. disse (382, 36) (cfr. Genesi 6, 7); 153 a 3 quanta em. questa (390, 9).


Lascio da parte tutte le altre correzioni (e sono parecchie centinaia), che derivano dai criteri generali giá esposti o da necessitá di miglior lezione evidenti di per se stesse a chi prenda in mano il testo del Blado: dove, per esempio, Phitone sta a rappresentare tanto Fitone (Fetonte) quando il serpente Pitone. E lascio le correzioni di semplici refusi o lettere saltate, di cui un centinaio è giá indicato nell’errata dello stampatore romano, e le indispensabili integrazioni, poste fra parentesi quadre, che si possono rilevare scorrendo il mio testo e che in genere corrispondono a evidenti omissioni tipografiche. Dirò infine che ho rispettato, sempre che mi fu possibile, i frequenti passaggi dalla forma maschile alla femminile e viceversa (nel genere neutro) e la ripresa pleonastica delle congiunzioni: due particolaritá sintattiche specialmente notevoli fra le molte di Leone. Cosí ho mantenuto i non meno frequenti anacoluti e i frequentissimi casi d’incerto uso del pronome relativo. È superfluo avvertire che ho raffrontato tutte le citazioni bibliche col testo masoretico, e quelle platoniche e aristoteliche con i testi greci: ma che le une e le altre ho ritoccate solo dove era necessario a cavarne un senso. Né meno superfluo è notare che, mentre in R solo il primo dialogo reca l’intestazione Philone et Sophia e gli altri due hanno Sophia et Philone (forse perché in questi il dialogo è iniziato da Sofia e non da Filone come in quello), qui si trova invece uniformemente Filone e Sofia nel titolo di tutti e tre i dialoghi. Particolare cura ho speso nell’interpunzione, mirando a fare di essa l’aiuto piú efficace del lettore e dell’interprete, ma in pari tempo mantenendola nei limiti dello stretto necessario. A questo proposito si osservi come colui che curò la stampa del 1535, e che è certamente il maggiore (se non unico) responsabile dell’interpunzione del suo testo, non amava certamente i segni interrogativi e ammirativi, o