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POESIE EBRAICHE
(versione letterale)
I
ELEGIA SOPRA IL DESTINO
del saggio don Jehudah Abarbanel
[1504]
Il destino colpí il mio cuore con aguzzo dardo,
e dilaniò le mie reni dentro di me:
mi ferí, e la ferita sua è incurabile, —
mi avvilí, e rese eterna la mia angoscia;
mi abbatté e fiaccò la mia carne,
e il dolore divorò il mio sangue e il mio adipe.
Spezzò tutte le mie giunture nella sua collera,
si alzò e si levò contro di me come un leone.
5E non basta che mi contorse come un turbante,
e mi fece fuggiasco e bandito nel fior della mia giovinezza,
e come un mercenario mi costrinse a vagare per il mondo,
e fino agli estremi confini della terra mi fece errare: —
ed ecco questo è per me quasi il ventesimo anno
che non riposarono il mio cavallo e i miei carri.
Il suo palmo misurò le acque e il suolo di tutte le terre,
e i suoi artifici distrussero la mia primavera.
Allontanò l’amico da me e scacciò i figli dell’etá mia,
mandò lontana la gente che mi era prossima: