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dell’amor divino 33

mensa eccellenzia del conosciuto. Né la nostra volontá ama secondo che lui è degno d’essere amato, ma quanto si può estendere in lui ne l’atto amatorio.

Sofia. Si può ancor conoscere la cosa che per il conoscente non si comprenda.

Filone. Basta che si comprenda quella parte che de la cosa si conosce: ché il conosciuto si comprende dal conoscente secondo il potere del conoscente, e non secondo quello del conosciuto. Non vedi tu che s’imprime e comprende la forma de l’uomo nel specchio, non secondo il perfetto essere umano, ma secondo la capacitá e forza de la perfezione del specchio? il quale è solamente figurativo e non essenziale. Il fuoco è compreso da l’occhio, non secondo la sua ardente natura, ché se cosí fusse l’abbruciaría; ma solamente secondo il colore e la figura sua. E qual maggiore esemplo che essere compreso il grande emisperio del cielo da sí piccola parte come è l’occhio? Vedi che è tanta la sua piccolezza, che si truova alcun savio che crede essere indivisibile, senza potere ricevere alcuna divisione naturale. Però l’occhio comprende le cose secondo la sua forza oculare, sua grandezza e sua natura; ma non secondo la condizione de le cose viste in se medesime. E di questa sorte comprende il nostro piccolo intelletto l’infinito Dio: secondo la capacitá e forza intelligibile umana, ma non secondo il pelago senza fondo de la divina essenzia e immensa sapienzia. A la qual cognizione segue e responde l’amor di Dio conforme a l’abilitá de la volontá umana, ma non proporzionata all’infinita bontá di esso ottimo Dio.

Sofia. Dimmi se in questo amor di Dio si mescola desiderio.

Filone. Anzi non è mai spogliato l’amor divino d’ardente desiderio: il quale è d’acquistare quel che manca del conoscimento divino; di tal modo che, crescendo il conoscimento, cresce l’amore de la divinitá conosciuta. Ché, escedendo l’essenzia divina il conoscimento umano in infinita proporzione, e non manco la sua bontá l’amor che gli umani gli portono; però resta a l’uomo sempre felice ardentissimo e sfrenatissimo

Leone Ebreo, Dialoghi d’amore. 3