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32 i - d’amore e desiderio

medesima, ma per l’opere sue che vediamo ne la creazione e conservazione de le creature de l’universo. Di modo che. chi considera ne le virtú divine, l’imitazione di quelle è via e mezzo a tirarci a tutti gli atti onesti e virtuosi e a tutti i savi concetti a’ quali l’umana condizione può arrivare: ché, non solamente Dio è padre a noi ne la generazione, ma maestro e maraviglioso amministratore per attraerci a tutte le cose oneste mediante i suoi chiari e manifesti esempli.

Sofia. Mi piace molto che l’onnipotente Dio non solamente sia principio d’ogni ben nostro, ma ancor mezzo. Vorria sapere in che modo è fine.

Filone. Solo Dio è fine regolato di tutti gli atti umani. Perché l’utile è per acquistare il conveniente delettabile; e la necessaria delegazione è per la sustentazione umana; la quale è per la perfezione de l’anima; e questa si fa perfetta primamente con l’abito virtuoso, e dipoi di quello venendo alla vera sapienzia: il fine de la quale è il conoscere Dio, quale è somma sapienzia, somma bontá e origine d’ogni bene. E questo tale conoscimento causa in noi immenso amore, pieno di eccellenzia e onestá: perché tanto è amata la cosa onestamente, quanto è conosciuta per buona; e l’amore di Dio debba eccedere ogni altro amore onesto e atto virtuoso.

Sofia. Io ho inteso che altra volta hai detto che, per essere infinito e in tutta perfezione, non si può conoscere da la mente umana; la quale è, in ogni sua cosa, finita e terminata. Perché, quello che si conosce, si debbe comprendere. E come si comprenderá l’infinito dal finito, e l’immenso dal poco? e non potendosi conoscere, come si potrá amare? Ché tu hai detto che la cosa buona bisogna conoscerla, prima che s’ami.

Filone. L’immenso Dio tanto s’ama quanto si conosce. E cosí come dagli uomini interamente non può esser conosciuto, né ancor la sua sapienzia da la gente umana; cosí non può interamente essere amato in quel grado dagli uomini, che da la parte sua si conviene. Né la nostra volontá è capace di cosí escessivo amore; ma de la nostra mente è conoscere secondo la possibilitá del conoscitore, ma non secondo l’im-