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amore dell’utile e amor dell’onesto 367

è gattivo e pernizioso, quale è la cupiditá e avarizia; ma quando è temperato e conveniente a questi due fini, è veramente buono e bello ed entra in ambi generi d’amore, utile e onesto, però che la materia sua è de l’utile e la forma del suo temperamento è de l’onesto.

Sofia. Adunque l’amore de l’onesto è materialmente qualche volta del delettabile, qualche volta de l’utile? Saria forse alcuno amore, che materialmente e formalmente fusse onesto, senza pigliare da nissuno degli altri due generi?

Filone. L’amore de l’onesto è amare le virtú morali e intellettuali; e per essere le morali circa l’operazioni de l’uomo, bisogna che sia la materia loro secondo la natura di quelle operazioni, in che la virtú esiste. Onde la virtú de la continenzia, o temperamento ne le dilettazioni carnali, ha per materia il corporale diletto e per forma la continenzia e temperamento in quello; la quale porge tanto maggiore e piú degna dilettazione negli amanti che la corporea de la materia sua, quanto è piú degno in noi lo spirituale del corporeo. E cosí le virtú de la liberalitá e continenzia e astinenzia del superfluo ne le cose possedute hanno per materia l’utile e per la forma la satisfazione e astinenzia temperata del superfluo, con liberale distribuzione di quello, del quale l’onesto amante gusta per dilettazione ne la medesima possessione de l’utile; e cosí tutte l’altre virtú morali che sono circa de l’operazioni umane, come la fortezza giustizia e prudenzia ed altre, hanno la materia de la natura operativa, e la forma loro è l’abito onesto del temperamento di quella. Ma le virtú intellettuali sono tutte oneste e non hanno altra cosa del materiale, però che non versano circa atti né dilettazioni corporee, da le quali possino pigliare materia alcuna, ma circa cose eterne, separate da corpi e intelligenti: onde tutte sono forme intellettuali senza compagnia di materia, e sono pure e vere oneste per se stesse, e non per participazione come l’altre; e però l’amore di queste chiama Platone divino.

Sofia. E l’altre spezie d’amore come le chiama Platone?

Filone. Egli divide li generi d’amore in tre, come Ari-