Pagina:Abrabanel, Juda ben Isaac – Dialoghi d'amore, 1929 – BEIC 1855777.djvu/34

28 i - d’amore e desiderio

materiali; anzi di sua natura è poco saziabile, e tanto piú per essere quelli desidéri non manco de l’utile che del delettabile. Il quale è causa d’amare tali domini posseduti e di conservarli con grande sollicitudine, desiderando sempre crescerli, con cupiditá insaziabile e appetito sfrenato.

Sofia. Mancami a sapere, de l’onore gloria e fama, in qual de le tre sorti d’amore si deve collocare.

Filone. L’onore e gloria è di due sorte: l’uno falso e bastardo, e l’altro vero e legittimo. Il bastardo è il lusinghiero della potenzia; il legittimo è premio de la virtú. L’onore bastardo, che li potenti desiderano e procurano, è de la sorte del delettabile: ma perché la sua dilettazione non consiste nel saziabile sentimento, ma solamente ne l’insaziabil fantasia; però in quella non interviene sazietá alcuna, come accade ne l’altre cose delettabili. Anzi, se bene gli manca l’onesto, perché in effetto è alieno da ogni onestá, non manco, dipoi che è acquistato, si continua e conserva con desiderio d’insaziabile augumento. Ma l’onore legittimo, come che sia premio de le virtú oneste, se bene è di sua natura delettabile, la sua dilettazione è mescolata con l’onesto. E per questo, e per essere ancora il suggetto suo la smisurata fantasia, interviene che, di poi s’è acquistato, s’ama e desidera l’augumento suo con insaziabil desiderio. E non si contenta la fantasia umana di conseguire l’onore e gloria per tutta la vita, ma ancora la desidera e procura largamente per di poi la morte: la qual propriamente si chiama fama. È ben vero, ancor che l’onore sia premio de la virtú, non però è debito fine degli atti onesti e virtuosi, né per quello si debbe operare. Perché la fine de l’onesto consiste ne la perfezione de l’anima intellettiva. La quale con li virtuosi atti si fa vera, netta e chiara; e con la sapienzia si fa ornata di divina pittura. Però non può consistere ne l’oppinione degli uomini, che pongono l’onore e la gloria ne la memoria e scrittura che conservano la fama; né manco debbe consistere il proprio fine de la pura onestá nel fantastico diletto che piglia il glorioso della gloria e il famoso della fama. Questi son bene i premi che debitamente debbeno conseguire