tendo Dio che sonno pigliassi Adam dormendo, lui divise la parte femminina da la masculina, la quale egli di lí innanzi riconobbe per mogliere separata da lui stesso: cioè che, venendoli sonno non solito, che è privazione e ozio di quella vigilia intellettuale prima e di quella ardente contemplazione, l’intelletto principiò inclinarsi alla parte corporea, come marito a mogliere, e aver cura temperata de la sostentazione di quella, come di parte sua propria, e de la successione del simile per sostentazione de la spezie. Tanto che la divisione fra il mezzo masculino e femminino per buon fine e necessario fu fatta, e ne seguí la resistenzia de la materia femminina e l’inclinazione de l’intelletto masculino a quella, con temperata sufficienzia de la necessitá corporea; né piú fu moderata per la ragione, come era giusto e intenzione del creatore: anzi, escedendo la divisione de l’intelletto a la materia e la sommersione sua ne la sensualitá, successe il peccato umano. Questo è quello che denota l’istoria, quando dice che ’l serpente ingannò la donna dicendoli che mangiasse de l’arbore proibito di conoscere bene e male, perché quando ne mangiassero s’apririano gli occhi loro e sarebbero come dèi, che conoscono bene e male; la qual donna vedendo l’arbore buono per mangiare, bello e dilettevole e di desiderabile intelligenzia, mangiò del frutto e fecene seco al marito mangiare: «e s’aprirono gli occhi loro, e conobbero che erano nudi, e cucirono insieme de le foglie del fico e ne fecero cinture». Il serpente è l’appetito carnale, che incita e inganna prima la parte corporea femminina, quando la truova alquanto divisa da l’intelletto suo marito e resistente a le strette leggi di quello, perché s’infanghi ne le dilettazioni carnali e offuschi con l’acquisto de le superchie ricchezze, che è l’arbore di conoscere bene e male, per le due ragioni ch’io ti ho detto: mostrandoli che per questo se gli aprivano gli occhi, cioè che conosceranno molte cose di simil natura, che innanzi non conoscevano, cioè molte astuzie e cognizioni pertinenti a la lascivia o avarizia, di che innanzi erano privati; e dice che saranno simili in questo a li dèi, cioè ne l’opulenta generazione, ché cosí come Dio, l’intelligenzie e li cieli son cause produttive de le creature inferiori loro, cosí l’uomo