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12 i - d’amore e desiderio

desiderate, per l’essere che hanno nell’immaginazione; dal qual essere immaginato nasce un certo amore, il suggetto del quale non è la cosa propria reale che si desidera (per non avere ancor essere in realitá, propriamente), ma solo il concetto di quella cosa, pigliata del suo essere comune. E di tale amor il suo soggetto è improprio, perché non è vero amore, ché gli manca il suggetto reale; ma è solamente simulato e immaginato, perché il desiderio di tal cose è spogliato di vero amore. Di sorte che si truovano nelle cose tre sorte d’amore e desiderio: de le quali alcune sono amate e desiderate insieme: come è la veritá, la sapienza e una persona degna, quando non l’aviamo; altre sono amate e non desiderate: come son tutte le cose buone avute e possedute; alcune altre son desiderate e non amate: come è la sanitá, li figliuoli quando ci mancano, e l’altre cose che non hanno essere reale. Sono adunque le cose amate e desiderate insieme, quelle che son stimate buone e hanno essere proprio e ci mancano; le amate e non desiderate son quelle medesime, quando l’aviamo e possediamo; e le cose desiderate e non amate son quelle che, non solamente ci mancano, ma ancora non hanno in sé essere proprio, nel qual possi cadere amore.

Sofia. Ho inteso il tuo discorso, che assai mi piace. Ma io veggo molte cose che hanno essere proprio reale e, quando non l’aviamo, le desideriamo; ma non l’amiamo fin che non si sono avute, e allora s’amano e non si desiderano: come son le ricchezze, una casa, una vigna, una gioia: quali, stando in poter d’altri, si desiderano e non s’amano per essere d’altri, ma, poi che si sono avute, mancando il desiderio di quelle, se li pone amore. Sí che, innanzi che sieno acquistate, solamente son desiderate e non amate; e dipoi che sono acquistate, solamente sono amate e non desiderate.

Filone. In questo hai detto la veritá. E io non dico che tutte le cose desiderate (che hanno essere proprio) sieno ancor amate; ma ho affermato che quelle che son desiderate, parimente debbeno aver essere proprio, ché altrimenti, si ben si desiderano, non si possono amare. E per questo non t’ho