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d’amore e desiderio, dialogo primo.
Sofia. Discordanti mi paiono, o Filone, questi effetti, che la cognizione di me in te produce; ma forse la passione ti fa dire cosí.
Filone. Da’ tuoi discordano, che sono alieni d’ogni correspondenzia.
Sofia. Anzi fra lor stessi son contrari affetti della volontá, amare e desiderare.
Filone. E perché contrari?
Sofia. Perché le cose che da noi son stimate buone, quelle che aviamo e possediamo, le amiamo; e quelle che ci mancano, le desideriamo: di modo che quel che s’ama, prima si desidera e, di poi che la cosa desiderata s’è ottenuta, l’amore viene e manca il desiderio.
Filone. Che ti muove ad avere questa oppinione?
Sofia. L’esemplo de le cose che sono amate e desiderate. Non vedi tu che la sanitá, quando non l’aviamo, la desideriamo, ma non diremo giá amarla; dipoi che l’aviamo, l’amiamo e non la desideriamo. Le ricchezze, le ereditá, le gioie, innanzi che s’abbino, son desiderate e non amate; dipoi che si sono avute, non si desiderano piú, ma s’amano.
Filone. Benché la sanitá e le ricchezze, quando ci mancano, non si possino amare perché non l’aviamo, niente di manco s’amano d’averle.