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CAPITOLO V.

Tracce della rivoluzione. — Visita al villaggio di Asmara. — La chiesa. — Cambio dei buoi. — Sistema di fare il pane. — Godofelassi. — Un compagno ammalato. — Arrivo del corriere reale. — Lettera di re Giovanni. — Guda-Guddi. — Il campo di battaglia. — Il soldato abissinese. — Un accampamento della carovana. — Il Mareb. — Tipi che ci accompagnano. — Arrivo in Adua. — Prima impressione.


Domenica 16 alla mattina non abbiamo che 4 gradi. In una girata di caccia trovo poco da ammazzare, ma molto di ammazzato, chè le tracce delle ultime rivolte di questa provincia sono abbastanza palesi dalle ossa e dai cranii che stanno ancora sparsi sul suolo: In questa stagione tutto è arido, l’aspetto generale è desolante. Essendo questo il primo villaggio assolutamente dipendente dall’Abissinia, riceviamo una visita di un preteso direttore delle dogane che ci presenta del latte e un montone, ed assicurato da Naretti che non siamo negozianti, ma semplici viaggiatori diretti al re, ci dichiara esenti dai suoi diritti.

Più tardi vediamo avanzare al gran galoppo due cavalieri avvolti nell’elegante manto bianco tagliato da una gran striscia scarlatta, e seguiti da parecchi ragazzotti che correndo portano i loro fucili e i loro scudi. Sono messi del governatore che desidera una nostra visita, ma ce ne scusiamo per mancanza di tempo, abitando lui a circa tre ore, e Naretti gli invia in regalo un parasole e un pacco di candele.