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44 Capitolo terzo.

siamo ricevuti con gran festa, poi passiamo da M. Constant, un francese e il principale degli agricoltori.

Egli tiene una bella fattoria composta di tre capanne rettangolari in stuoie, ma ben costrutte e pulite, e presso queste l’essicatoio del tabacco che si appende a fili tesi fra pali per farlo essicare, quindi farne delle grosse balle che si mettono in commercio. Qui sentiamo come questo genere di industria potrebbe essere assai proficua se non ci fossero molti ma e se. Il Governo che invece di favorire un’industria nascente, cerca di paralizzarla con gravi tasse; la lontananza dal porto di Massaua, la mancanza di strade e la difficoltà delle comunicazioni; la mancanza di sicurezza, essendo continuamente minacciati da un invasione degli Abissinesi; l’incertezza delle piogge, cui è affidata la nascita e lo sviluppo delle piante, piogge che alcuni anni anticipano, altri ritardano, e possono quindi esser causa di gravi spese impreviste e della perdita completa della seminagione, senza che s’abbia ancora il tempo a ripeterla. Cause tutte insomma che finirono alla conclusione, che su tre si può calcolare ad una annata veramente buona. Aggiungi, che tutti questi onesti agricoltori, bisognosi di capitali per le prime spese di impianto, trovarono in loro soccorso aperte le borse di alcuni Greci, che diventarono poi i più fieri strozzini, che oggi vergognosamente impinguano coi guadagni di chi ci mette intelligenza e fatica.

Le monache sono ora in numero di sette e vi furono chiamate da solo un mese; la superiora fu per vent’anni a Roma direttrice del convento di San Spirito, da dove partì, come ella disse, dopo che i Piemontesi bombardarono ed entrarono.

Passiamo a visitare le scuole e il collegio degli allievi, che sono piccoli bambini fatti cristiani, e che per essere orfani od abbandonati, si ricoverano e si istruiscono. Vivono in capanne e sono custoditi da donne del paese istruite dai missionarii e che da questi ebbero il titolo di maestre.