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40 Capitolo terzo.

lontana la jena, ed allora ogni fedele che passa vi recita una prece e vi aggiunge un sasso.

La natura si fa sempre più grandiosa e selvaggia, la vegetazione aumenta, i boabab sono giganteschi, non hanno in questa stagione una sola foglia, ma molti frutti consistenti in piccoli globi verdastri, che contengono una farina bianca acidula e di sapore grato e molti semi dal gusto di mandorla; le euforbie si fanno veri alberi di cinque, sei, otto e più metri d’altezza e in alcuni punti costituiscono da sole vere foreste. Saliamo sempre finchè ci troviamo in un vasto bacino, attraversato il quale, in direzione ovest, ci si presenta un’erta salita che ne è forza superare a piedi.

Passata così la catena dello spartiacque che dà origine a levante al torrente Ain, del quale rimontammo il corso, e dall’altro versante ad altri torrenti che radunati gli sfoghi di varie vallate secondarie, attraversano la provincia di Barka, costituendo il Xor Barka che ha foce poco lungi da Suakin, ridiscendiamo per una lunga vallata dove la natura non è per nulla cambiata, ma da dove ci sta davanti un esteso e variato panorama, e alla 1 ½, ci fermiamo in un vastissimo altipiano.

Dopo un paio d’ore di riposo, rimontiamo a camello, ma fatti pochi passi siamo attratti a discenderne dall’abbondanza della caccia. Siamo in vera Africa, come tante volte la ammirai nelle illustrazioni e ne sognai la realtà; i monti generalmente conici, staccati uno dall’altro e raramente tentando formar catena, vegetazione non rigogliosa, ma abbondante; la nostra carovana avanza nel letto sempre sabbioso del torrente largo da venti a trenta metri e fronteggiato da dense foreste dietro le quali ad intervalli si nascondono spazii coltivati a dura; il nostro cammino è continuamente accompagnato dall’apparire di gruppi di pernici, faraone, lepri, gazzelle; sugli alberi svolazzano stormi di uccelli dai colori smaglianti; fra me e Ferrari è un continuo schioppet-