Pagina:Abissinia, giornale di un viaggio di Pippo Vigoni, Milano, Hoepli, 1881.djvu/58

36 Capitolo terzo.

e dell’incontro di qualche carovana diretta a Massaua per portarvi tabacco di Keren, ci fermiamo alle sette e mezzo sopra un’altura, in posizione perfettamente isolata, dove la notte fu solo disturbata dalle voci di qualche jena e da una abbondante rugiada.

Prima che i camelli siano pronti, ci incamminiamo la mattina del 14 cacciando le lepri che in buon numero fuggono davanti ai nostri passi. Avanti a noi sta un’enorme pianura e allo sfondo una catena di montagne che dobbiamo raggiungere per trovar acqua, e che pare si vadano sempre allontanando al nostro avanzare: la stanchezza era alleviata dalla distrazione di trovare frequenti gazzelle, ma il sole ci faceva desiderare il punto fissato pel riposo: verso mezzogiorno incontriamo molti buoi e capre, indizio che siamo poco lontani dalla sospirata fonte: pieghiamo infatti leggermente ad ovest, entriamo in una larga vallata che va a poco a poco restringendosi, la vegetazione si fa più fitta, e verso l’una ci accampiamo presso il letto di un torrente in cui con gran consolazione vediamo scorrere acqua limpida.

Qui vicina troviamo pure fermata un’altra carovana che segue la nostra direzione e che già avevamo incontrata jeri. Dopo un riposo abbastanza lungo per noi, ma necessario pei camelli, ci rimettiamo in strada verso le quattro, in coda dell’altra carovana forte di una trentina di camelli. Seguitiamo sempre camminando nel letto del torrente dove alle volte scorre acqua, e di quando in quando scompare sprofondandosi nella molle sabbia che ne rende tanto faticoso il camminarvi. Le due sponde del torrente sono coperte da folta vegetazione che dev’essere piena di caccia, ma è impossibile il penetrarvi: folta ma non molta grandiosa però, specialmente sulle alture circostanti dove la si vede stanca per lunga sete. Subito dopo l’epoca delle piogge dev’essere di una frescura sorprendente. Siamo